Seducere

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Rieccoci, siete riposati?

Oggi parliamo di un argomento su cui si è speculato e -ahimè- si continua a farlo, troppo. L’Autostima. Un concetto, e come tale abbastanza evanescente, ma molto, molto importante. Troppo spesso vedo in giro improvvisati maestri d’autostima, maghi e ciarlatani della sicurezza in sè. Partiamo da un presupposto: volete avere una buona autostima?, volete essere sicuri di voi stessi?, volete PIACERVI?, bene, smettete di cercarla negli altri. Non c’è nulla di più sbagliato che cercare nell’altrui giardino i pilastri della propria autostima. Mi chiedete perchè? Le ragioni sono molteplici, andiamo con ordine.

Innanzitutto la psicologia ci dice che ci sono prevalentemente due tipologie di persone: gli “interni” e gli “esterni”. Le persone dette interne attribuiscono ciò che accade loro prevalentemente a fattori interni, esse quindi, in caso di insuccessi si domanderanno dove hanno sbagliato, come possono migliorare, sono quindi volti a trovare le cause, i motivi dei loro insuccessi, come le cause e i motivi dei loro successi, dentro di loro. al contrario le persone cosiddette esterne saranno volte a cercarli, appunto, all’esterno, faranno pensieri quali “perchè deve sempre andare così?”, “che sfortuna che ho”, “è colpa d’alfredo” etc etc.

E’ chiara la distinzione tra i due modi di pensare al successo, all’insuccesso, a tutto ciò che ci accade e quindi alla nostra stessa autostima. Chi è prevalentemente interno ha un atteggiamento più proattivo verso la vita, più propositivo, meno fatalista, non si arrende davanti a facili recriminazioni che non hanno alcun effetto se non quello di rafforzare le proprie credenze limitanti, i propri paletti insormontabili che la stessa mente si crea e in cui rimane intrappolata. L’autostima è qui, in mezzo a tutto questo, molti la vedono come una sorta di termometro della nostra soddisfazione. Più siamo appagati, più siamo felici, più otteniamo quel che desideriamo, più la nostra autostima sale e sale e sale, fino a che un bel momento inciampiamo in qualcosa, perchè succede a tutti, perchè siamo umani, perchè la vita stessa è una roulette che non possiamo controllare ma solo stimare per approssimazioni, ecco che basta un piccolo intoppo, si guasta qualcosa, un insuccesso e il castello di carte cade. ci sentivamo forti, invincibili, e ora? Credo sia successo a tutti almeno una volta. Eppure avevamo un’autostima di ferro, o così sembrava, com’è possibile che un piccolo errore ci abbia ricatapultato sul via? E’ semplice, l’autostima si reggeva su basi fragili, la prima folata contraria, e tutti giù per terra. Capite quando vi dico che è fondamentale costruire basi solide, pilastri nel PROPRIO giardino, non in quelli altrui. Avremo sicuramente più cura e controllo su di essi se li sentiamo nostri, se li abbiamo sotto mano. Usciamo un attimo dalla metafora per evitare che sia fraintesa.

Quel che voglio dire è che dovete smettere di basare la vostra autostima sul riscontro sociale. 

E’ in quel momento che “Non te ne frega una ceppa”. Ora, non voglio sentire grugniti o versetti del tipo “ma figurati se io valuto me stesso in base al riscontro che ho dagli altri!”. Ne sei proprio sicuro?.dimmi una cosa, quando una persona ti fa un complimento, quando riesci a sedurre la donna che desideri, ti senti ringalluzzito, ti senti più sicuro di prima? Se la risposta è sì, mi spiace, ma ti basi sul feedback altrui per valutare te stesso, sì.

Ovviamente questo può essere parziale, sicuramente ognuno di noi ha una base di sicurezza in sè e di autostima fondata solo su se stesso ma troppo spesso questa parte di autostima genuina, pura, sentita, finisce per essere ridotta. Non è colpa nostra, i Media, l’educazione (poveri genitori, non possono mica essere degli Dei onnipresenti), gli amici, il mondo intero ci spinge a cercare fuori da noi. pensateci, quante volte siete finiti a credere che la vostra felicità, la vostra soddisfazione, il vostro sentirvi confidenti, sicuri in ogni situazione dipendesse da qualcosa che già non possedevate? “Se mi compro quel paio d’occhiali sarò un figo”, “con un porche avrei le donne ai miei piedi” (retaggi pubblicitari).ci sono cascato anch’io, e tutt’ora ogni tanto mi lascio fuorviare dai canoni indetti dalla società, e parliamoci chiaro, sarebbe insano fare completamente il contrario, vivere da rejetti eremiti perchè rifuggiamo gli standard, i bisogni che ogni giorno il mondo in continua evoluzione ci vende per INDISPENSABILI, NECESSARI. è il solito discorso, che bisogno hai di un iphone se il tuo cellulare va? Eppure se ce l’hai, ti senti meglio, ti senti uno zuccherino più realizzato di prima.

Io sono per la moderazione, come in tutte le cose, stare al passo col mondo senza diventarne schiavi, senza obbedire ciecamente. Come dicevo riguardo le passioni e riguardo al look scegliete ciò che davvero sentite vostro, createvi il vostro stile, la vostra filosofia di vita senza eccedere in eccessivi fashion victimism o sindromi di zarathustra. Vi starete chiedendo “che cosa centra tutto questo con l’autostima?” Moltissimo. Questa è la base.

Se cercate fuori da voi la vostra tranquillità, la vostra felicità, finirete -se non lo siete già- a cercare all’esterno anche i motivi, le ragioni che sostengano la vostra autostima. Ma si può venire a capo anche di questa situazione. Sono convinto che la stima di sè debba necessariamente scaturire da una convinzione forte, da una consapevolezza del proprio valore intrinseco.

Andiamo più a fondo su questo concetto prezioso. L’autostima deve essere stabile. solida, come l’acciaio. non potete permettervi il lusso di cadere in quelli che io chiamo black holes, i buchi neri d’identità. Dovete cominciare a guardare voi stessi per quelli che realmente siete, è il primo passo per poter anche solo minimamente pensare di attrarre, e perfino sedurre, un’altra persona. Come sicuramente avrete sentito altrove “il primo passo per piacere agli altri è piacersi”. Niente di più vero. come minimamente pensi di poter conivncere qualcuno del tuo valore, delle tue capacità, della qualità della tua persona, se non ne sei convinto per primo tu? Chiaro direi. L’autostima è questo, è piacersi, è amarsi, vi dico, per quel che mi riguarda preferisco quasi sforare nel narcisismo, nel culto del sè, piuttosto che scoprirmi umilmente di bassa autostima. Comincia a pensare alle qualità che possiedi, ai tuoi punti di forza, comincia a valorizzarli e nel mentre cerca di migliorare le tue debolezze, già questo ti farà schizzare l’autostima e di conseguenza il trenino delle sensazioni positive: appagamento, serenità, felicità. rifletti un attimo, il solo fatto di essere qui e leggere le lezioni di questo blog, non ti ha messo una carica piacevole, un senso di potere? Ecco. E’ semplice, quel che io e L. stiamo cercando di fare con questo ciclo di lezioni è proprio strappare dalle mani del prossimo le redini del tuo stato d’animo, del tuo modo di pensare e di conseguenza del tuo modo di agire, e le stiamo riconsegnando a te. Il nostro messaggio è chiaro: TU PUOI. E cosa c’è di meglio che sentire di avere il potere di cambiare le cose? Bene, per l’autostima vale lo stesso concetto in scala ridotta, più t’impegnerai a migliorare te stesso, più registrerai e valorizzerai i tuoi punti di forza e i traguardi che ti porrai e raggiungerai, più essa si solidificherà e sarà resistente alle intemperie della vita.

Urge una precisazione, ho parlato giusto adesso di traguardi che RAGGIUNGERAI, è giusto sottolineare che l’autostima non deve appunto basarsi sul raggiungimento o meno di un traguardo (sennò si ricadrebbe nell’assuefazione da riscontri sociali, o da feedback esterni), deve altresì basarsi sulle sensazioni date dal perseguirlo, con tutte le proprie risorse, con una volontà ferrea. l’ho già detto e lo ripeto, la soddisfazione non sta tanto nel raggiungere qualcosa (il che è solo la punta di un iceberg) ma nel cercare di raggiungerla, e più la strada per raggiungerlo sarà dissestata e piena di ostacoli, più i nostri sforzi saranno ricompensati da una consapevolezza delle nostre capacità poichè persistendo verranno superati. Il rush finale è solo la ciliegina. è chiaro che non ci si deve arrendere, salvo cause di forza maggiore (già, perchè a volte i fattori esterni fuori dal nostro controllo possono davvero metterci i bastoni fra le ruote, ed in quei casi, non resta che prenderla con filosofia, arrendersi se è proprio necessario).

Faccio un inciso prima che qualcuno fraintenda il discorso persistenza. Per quel che riguarda le relazioni con gli altri, la persistenza così come la intendiamo noi va bene, ma non deve trasformarsi in continuo dare attenzioni e provare a vincere le resistenza ad esempio di un ipotetica partner, perchè questo non porterà ad altro che a svalutare voi stessi agli occhi del partner, in quanto le troppe attenzioni o tentativi di recuperare situazioni quali la fine di una relazione, ai suoi occhi verrebbero inconsciamente visti come comportamenti tipici di una persona con poca autostima, con poco valore sociale, riducendo l’attrazione che si era creata o le vostre possibilità di recuperare la relazione.

In definitiva, costruitevi la vostra autostima su basi obiettive, interne, sulle vostre qualità ed i vostri punti di forza, rifuggendo dal basarvi su facili e veloci approvazioni da parte del prossimo e dal riscontro sociale che ottenete sugli altri, poichè questi sono spesso passeggeri e poichè NON potrete mai avere l’approvazione di tutti. Perchè cercarla dunque? E’ un gioco masochistico. Aggiungiamoci il fatto che più la cercherete meno la avrete dato che le persone -le donne soprattutto- tendono a fiutare lontano un miglio i “melliflui” coloro che non seguono una loro impostazione ma camaleonticamente cambiano il proprio credo e il proprio atteggiamento al solo scopo di piacere. Ricreate voi stessi, perseguite la Vostra strada, dovete far esplodere la personalità Unica che possedete, l’autostima verrà da sè, seguirà come un fedele cagnolino ammaestrato, e vi sentirete in pace con voi stessi, un traguardo fondamentale di questi tempi.

aptero.****


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