Seducere

_Piccolo DISCLAIMER: questa lezione non risolverà i tuoi problemi con il semplice leggerla. questa lezione non risolve proprio nulla, anzi, semmai complica, perché ti spinge a pensare, riflettere su qualcosa che probabilmente fino ad oggi avrai fatto inconsciamente. bada bene però che INCONSCIAMENTE non significa ISTINTIVAMENTE (almeno non a casa mia) e quindi la vocina nella tua testa seppur in maniera inconscia il tuo comportamento lo influenza, i dubbi te li inietta, e addio naturalezza istintiva, addio buoni propositi di Seducere. _

_ Ecco perché con quello che leggerai voglio farti riflettere. Se ti rendi COSCIENTE di quel che ti accade quantomeno potrai prendere provvedimenti, come ad esempio smettere di ascoltare la tua voce interiore quando è inutile, anche solo inconsciamente. _ Quindi qual’è lo scopo? Io ti spiego per filo e per segno cosa stai facendo di sbagliato e ti racconto anche cosa devi fare a riguardo. Mi metto addirittura a vivisezionare meticolosamente i pilastri portanti dell’attrazione così da renderla fai-da-te. _ Tu, in compenso, fammi un solo piacere: METTI IN PRATICA QUEL CHE SCRIVERÒ. Non una, almeno dieci volte. E poi torna da zio A. a raccontargli come è andata. _ Ho cercato di non essere contorto, spero di aver reso.

Mi ero ripromesso di spendere un’altra lezione per parlarvi del flirt. Abbiamo già scritto tanto ma vorrei che capiste fino in fondo l’importanza del semplice flirtare e le dinamiche sottese, quelle che generano attrazione in chi vi sta attorno.

Potrà sembrare magia detto così, sicuramente non è scienza, ma si avvicina molto all’arte. sapere come flirtare significa sapere il 50% della seduzione.

Ora, vi è sicuramente capitato di essere nel flusso e vedere che l’attrazione nei vostri confronti si generava in modo totalmente naturale, senza forzature o giochi di prestigio. Ok, non parliamo di quelle situazioni.

Voglio invece parlare dei giorni bui, di quei momenti in cui vi sembra di non carburare, in cui vorreste semplicemente saltare la danza dell’attrazione, prendere la ragazza che avete di fronte e tirarle un bel limone. bene. Se è già attratta in partenza o in qualche modo a voi oscuro l’avete attratta passivamente, tirateglielo pure, il limone. Mettersi a flirtare sarebbe come tirare in lungo qualcosa di già deciso. Sicuramente manterreste l’attrazione in caldo, potrebbe anche aumentarla quel pizzico in piu, ma l’esagerazione vive a casa della noia, e vi ritrovereste a complicare la situazione inutilmente. La ragazza comincerebbe a chiedersi perché diavolo ci mettete tanto a fare quel passo in piu e prendervi quel che vi spetta. Tutto torna, ci vuole decisione, a volte anche un pizzico di azzardo se solo si ha l’impressione che ci sia già attrazione nell’aria.

Ma senza divagare, se invece proprio le cose non girano? Se mi rendo conto di dover generare attrazione, di doverla interessare e resto lì impalato, con questo malessere ed il vuoto da dire?

Qui entra in gioco un meccanismo perverso. Più ci si preoccupa di dover fare qualcosa, più si finisce per mandare tutto a quel paese. Quindi, innanzitutto RELAX. Siate un po’ fatalisti in questo caso. Se la perdete in questo frangente pace all’anima sua. Reagire significa perdere il ritmo, inseguire qualcosa di cui non siamo poi davvero certi solo perché ci sta scappando. Un po’ la metafora del vivere moderno. Andiamoci piano. Un bel respiro, vediamo la cosa dalla giusta prospettiva. Non ci sta venendo nulla per attrarla eppure lei ci sta ancora dando retta. Qualunque sia la ragione, non ci interessa. Dobbiamo svuotare la testa. E questo è l’unico lavoro cosciente e razionale che vi chiedo, il resto vi prometto è tutta roba biologica, tutto coscienza ed istinto, sia esso di sopravvivenza o sessuale. svuotiamo la testa. Niente più “devo dire qualcosa ora cazzo” oppure “se stiamo in silenzio un minuto di più non mi vorrà più vedere” o boiate del genere. Giusto per darvi una soluzione da pronto soccorso, se sentite di non aver nulla da dire e state cercando di svuotarvi la testa fate una cosa molto semplice: guardatela intensamente per anche solo 10 secondi e poi fate un sorrisetto. Questa inezia vi renderà sicuramente più interessanti che mille parole, e vi farà guadagnare tempo per liberarvi dei polipi mentali che vi stanno otturando il cervello. Lei vi chiederà perché ridete. Lo farà di sicuro. E vi verrà spontaneo pensare che non ci vuole poi tanto ad intrigare qualcuno. Uno sguardo più lungo del consueto e un sorriso senza spiegazione. ecco. Giusto per iniziare con le technicalities (questa lezione sarà molto tecnica) partiamo subito col capire PERCHE’ un comportamento del genere crei attrazione. semplice:  lo sguardo come abbiamo detto è più lungo del consueto. È qualcosa di DIVERSO in senso buono (soprattutto se non la guardate con fare da maniaco) e se vogliamo è anche una dimostrazione di coraggio, una fugace uscita dagli schemi, una sensazione che stavate provando e le avrete passato.

BOMBA. In pratica un concentrato di attrazione. Ma ci piace andare al sodo: L’attrazione -per quel che ne so io- viene generata da un picco d’attenzione. Senza picco, non c’è attrazione, percéè non c’e abbastanza predisposizione per elaborare lo stimolo nella maniera adatta. Probabilmente spiegata così sembra psicologia medioevale, mea culpa, non amo i termini accademici. Quindi ci vuole l’attenzione del soggetto che vogliamo attrarre. Per capirci, se la ragazza sta smanettando con l’iphone, non vi da attenzione. Questo preambolo apparentemente banale è tuttavia fondamentale, perché nasconde l’essenza dell’attrazione: ATTENZIONE. Qualsiasi cosa che catturi attenzione è potenzialmente attrattiva. A noi interessa solo quella positiva, quella che genera ulteriore interesse, curiosità ecc, tutta roba che spinge a volere di più. Ed il flirt serve a questo, l’attrazione è l’antefatto della seduzione nel senso che spinge la persona a voler conoscere più a fondo l’oggetto della sua attenzione. Questa sete di conoscenza dell’altro poi eventualmente si trasformerà in connessione e sintonia che sono il pane quotidiano dell’innamoramento.

Ok, sappiamo che per attrarre dobbiamo catalizzare l’attenzione. E quindi? E quindi si spiega il perché la stravaganza (senza esagerazioni che vivono a casa della noia ecc ecc), la diversità, il senso di mistero (e su questo scriverò due righe a parte un altro giorno), tutto ciò che è superiore alla media, generino attrazione. Questo è il primo grande filone di “cose che generano attrazione”.

Ora parliamo del secondo, poi vi faccio un bigino alla fine. L’altro grande filone è costituito da tutto ciò che non genera semplicemente ATTENZIONE e curiosità, ma che attacca pure su un secondo fronte, quello emotivo. Qui si entra su un terreno impervio, perché leggermente più astratto. Camminiamo un attimo sulle nuvole. prendiamo la risata per esempio. Ridere è una chiara manifestazione di leggerezza, felicità istantanea. Un’emozione quindi. Credo sappiate tutti quanto la risata sia un chiaro segnale di attrazione. È roba da uovo kinder. Ma sappiamo anche bene che, tornando alle giornate buie, in quei momenti la battuta giusta non ti viene manco a leggerla. Scavando un attimo più a fondo però ci viene in soccorso qualcos’altro. C’è una pratica molto diffusa e naturale quando si tratta di flirtare in maniera spontanea che viene puntualmente scordata quando si arranca fuori dal sentiero del flusso di naturalezza: lo stuzzicare, creando un pacifico senso di sfida. È una pratica abbonata al flirt. Avviene ogni singola volta vedo due persone flirtare. È racchiusa nella classica scena del ragazzo che sfotte la ragazza su una qualsiasi fesseria, e lei prontamente gli restituisce un pugnetto sulla spalla o una breve occhiata a meta; strada tra “quando fai così non so se detestarti o saltarti addosso” o nella variante in cui venisse pronunciata esplicitamente “sei un inguaribile stronzo J” spero di avervi reso l’idea perché è un punto importante della nostra puntata odierna. Questo senso di sfida, questo tira e molla di giochi e bisticci è l’anima del flirt alla vecchia maniera, poco costruito e molto spontaneo. A me piace vederlo molto poeticamente come una scoperta reciproca a colpi di parole  per prendere confidenza l’un l’altro. Ed è importante perché quella confidenza iniziale si tramuterà poi in qualcosa di più profondo se gliene verrà data l’occasione. E diventa anche intuibile il perché l’attrazione venga vissuta da chi la vuole generare in modo volontario come un qualcosa di molto fragile e sensibile, perché ne viene la paura di spingersi troppo oltre, dire qualcosa che non va, e così via.

Ok, ho scritto troppo. Vediamo di tirare le somme e farci un bel bigino ad uso e consumo. Abbiamo detto che l’attrazione viene generata da tutto ciò che genera attenzione positiva, che incuriosisce. Abbiamo anche detto che un’altra grande sorgente di attrazione scaturisce dalle emozioni. Se fai provare emozioni positive, queste si cristallizzano in attrazione. Quindi: felicità, sollievo, ma anche l’elettrizzante senso di sfida e gioco che non saprei descrivere con una parola sola. mi sembra di avervi dato abbastanza spunti. Si bravissimo ma come trasformo questo sproloquio in materia da usare quando sono a secco di spontaneità?

Eccoci, siamo al punto che chiude il cerchio. La risposta risiede nel secondo filone, quello delle emozioni che generano attrazione. Pensiamoci un attimo. Se riuscissimo a generare anche solo per un attimo quella sensazione di gioco, di scherzo e di sfida, cosa accadrebbe?. Entreremmo di nuovo nel tanto amato flusso. Torneremmo a vivere sotto la droga della naturalezza, senza schemi ci faremmo guidare dal gioco, dall’interazione. Un bello scacciapensieri a portata di mano. Il santo Graal insomma, non vi pare?

L’inghippo c’è. ma non vi spaventate, va via dopo un po’ di pratica (spero abbiate letto il discliamer all’inizio). L’inghippo è che per iniziare l’iter del gioco, dello stuzzicarsi a vicenda abbiamo bisogno di quello che giusto per dare un nome a qualsiasi cosa io chiamo “istante emotivo”. Un momento cioè nell’interazione in cui potrete sentirvi in pace con voi stessi nel lanciarvi in una battuta, in uno sfotticchiarla su qualcosa. BUM. Se beccate quel momento, si parte. Il gioco inizia e si può guardare il termometro dell’attrazione salire. Ecco perché ci vuole RELAX. Perché se state nella vostra testa questi istanti li perdete e con loro perdete la possibilità di generare attrazione volontaria. Ed ecco anche perché ci vuole pratica. Con la pratica tutto questo processo diventa INCONSCIO. Quindi anche se non sarete naturalmente nel flusso, la vostra mente abituata dalla pratica inconsciamente vi ci porterà sfruttando il primo istante emotivo che le capita sotto tiro. E voi penserete di non aver fatto poi niente di che per attrarla. È sempre la stessa storia.

Come aiuto ulteriore nella vostra pratica iniziale potrete per generare attrazione ulteriore e darvi un po’ di boost in voi stessi, servirvi di quel primo filone che genera attrazione, sfruttando il look, i vostri gesti, parlando di voi (senza esondare in auto elogi) o addirittura comportamenti ad-hoc come quello che vi ho suggerito all’inizio. Ma vi prego, per il vostro bene, di usarli solo come strumenti iniziali per darvi fiducia in voi stessi e di non basarci il vostro comportamento, altrimenti a lungo andare ne pagherete le conseguenze perché, soprattutto i comportamenti ad-hoc, vi fanno restare nella vostra testa e manderebbero a quel paese il  vostro miglioramento personale.

Dovrei aver detto tutto.

A.

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