Seducere

Salve a tutti, sono il vostro amato Nad, e lo Spagnolo mi ha pagato profumatissimamente per fare un articolo iper-super-mega celebrativo su di lui!!!!!!!!! :D

Bando agli scherzi (ove lo scherzo è ovviamente il fatto che non verrò pagato! :D) avendo avuto l’onore di vedere il nostro in azione,scriverò un articolo in cui, in un certo qual modo, parlerò dello Spagnolo, o meglio, parlerò di un certo tipo di comportamento seduttivo, di attitudine, in modo che la stessa possa essere d’insegnamento per tutti noi apprendisti stregoni!

Chiaramente non è accaduto che il nostro scegliesse una splendida pulzella, ci provasse spudoratamente con lei, e nel mentre le facesse:

“scusa cara, ma c’è questo mio amico, Nad, sai, deve scrivere un articolo su di me, quindi volevo fargli vedere un po’ il mio stile! Ma bada, poi, prima di levarti le mutandine, lui va via!”

Ovviamente no!

Vi potreste in definitiva aspettare un resoconto del tipo: “ Eh, lo spagnolo è arrivato, ha detto prima questo, poi questo, nel frattempo guardava sempre tutti negli occhi, aveva una postura di questo tipo, poi ha fatto questa battuta, era vestito così….”

Niente di tutto questo: la filosofia di Seducere è “spontaneità e naturalezza”:  l’unica regola è

“BE YOURSELF”

Il che vuol dire fai quello che vuoi fare senza paure.

Bene. Ed è precisamente questo il segreto.

Lo Spagnolo era in uno stato che io definisco di flusso: ossia di totale presenza, di totale accettazione e sintonia con il momento presente, che è riuscito ad avere la forza mentale di catapultare tutti nel suo frame (si,dai, facciamo i tecnici, ci sono ben due articoli su frame e metaframe, quindi capite cosa voglio dire! :-D).

Facciamo un passo avanti: lo stato vissuto dal nostro è definito da uno dei piu’ importanti (oltre che misconosciuti) studiosi di questi fenomeni, Mihaly Csikszentmihalyi (per scoprire come si

pronuncia cercate su wikipedia :-D) come “essere in uno stato di flusso”

Ed allora: cosa significa essere nel flusso?

Il flusso è definito come quello stato in cui si è totalmente immersi nell’attività che si sta facendo; è uno stato magico, oserei dire di grazia, in cui tutte le caprette vi fanno ciao (come nella mitica sigla di Heidi!).

Questo è lo schema ideato dal suddetto studioso unghrese, sulle ascisse c’è la capacità dell’individuo, e sulle ordinate il livello di sfida che egli va ad affrontare.

Il resto capitelo voi.. :D

Quando siete nel flusso vi dimenticate di ogni cosa, svaniscono le preoccupazioni, esiste solo il momento presente: non c’è piu’ l’amico che vi ha detto la tal cosa che vi ha mandato su tutte le furie, non c’è piu’ la ragazzetta del piano di sopra che volete tanto invitare ad uscire, ed ancora non vi decidete, non c’è piu’ il 23 che avete preso in storia della pippologia applicata!

Vi dimenticate di aver fame, di aver sonno, vi dimenticate persino dello scorrere del tempo, perchè vi ponete in uno stato che è al di fuori tempo!

Ma soprattutto, non avvertite piu’ voi stessi come separati dal mondo,  non vi avvertite piu’ come “io sono io, e voi non siete un XXXXX!” cit.

Voi siete tutt’uno con la cosa state facendo!

Ora penserete “OMMIODDIO, Nad è diventato matto”! Ma i mistici di ogni tempo, compresi i buddisti che tanto seguito hanno nel forum, definirebbero questo stato con un nome particolare, che è quello di ESTASI!

Svanisce quella sensazione di separatezza tipica del non essere nel flusso, costituita dal “sono io che sto facendo la tal cosa, e manco la sto facendo tanto bene! XD! Potevo fare così, ed invece non l’ho fatto!”

“Ma quelli che vedono, non vedono quello che vedono;, quelli che volano, sono essi stessi il volo. Chi vola non si sa! Un siffatto miracolo li annienta: più che vedere la Madonna, sono loro la Madonna che vedono […] Se vuoi stringere sei tu l’amplesso, quando baci la bocca sei tu” Carmelo Bene

Estasi, in effetti, significa porsi al di fuori: ponetevi dove vi pare, sopra, sotto, destra o sinistra, ma significa uscire da quello stato che per i piu’(purtroppo) indica la normalità:

noia, frustazione, ansia, fastidio, apatia, preoccupazione (i piu’ avveduti si saranno accorti che i termini di cui prima sono tutti contenuti nella parte sud-ovest del grafico che ho messo piu’ su, ma diamo tempo al tempo!).

Andiamo avanti. Già immagino quel che starete pensando: ma cosa diavolo ci dobbiamo fumare per entrare in questo flusso? :D

Per quanto non abbia personalmente nulla in contrario a rimedi di questo tipo, non si tratta “propriamente” della maniera piu’ indicata!

Lo stato di flusso non è un qualcosa di così esoterico come a prima vista potrebbe sembrare! Tutti noi, chi piu’ spesso, chi meno spesso, si è vissuti uno stato di questo tipo!

Ad esempio, quand’ero al liceo, la risoluzione di determinati problemi di matematica avveniva in uno stato che era assolutamente di flusso! Man mano che iniziavo a capire come affrontarlo, capivo cosa non capivo, mi avvicinavo progressivamente alla soluzione, fino ad avere l’illuminazione risolutiva!

Se date uno sguardo al grafico di sopra, capite che in una situazione di questo tipo, era elevato il livello di sfida, dovevo assolutamente risolverlo e credevo di potercela fare se mi fossi impegnato, cioè erano adeguate, o vicine all’esserlo, le mie skills, le mie capacità di giungere alla soluzione!

Altro tipico esempio di persone che entrano nello stato di flusso è quello dei musicisti (ed il discorso vale per tutti i creativi) ed in particolare gli improvvisatori  (che oggi equivale soprattutto alla musica jazz): per suonare bene, e riuscire a fare improvvisazioni degne di questo nome, servono anni e anni di studio (skills). Nel momento in cui improvvisi, c’è la sfida di fare una buona performance. Se riesci a sintonizzarti con gli altri musicisti, ed a sentire realmente la musica, se sei nel groove, a quel punto non sei piu’ tu che suoni la chitarra o il piano: tu sei lo strumento, sei tutt’uno con esso, e diventi tu stesso musica!

Per essere nel flusso, quindi, servono due cose: SFIDA (andare contro le proprie paure) e SKILLS elevate (cioè credere nel proprio cuore che alla fine provando e riprovando ce la si farà)!

Il concetto di elevatezza è ovviamente relativo, ma quello che conta è la percezione soggettiva della stessa: ossia, per riuscire in un’attività, dovete credere fortemente di potercela fare, e la cosa deve essere non troppo distante dal vero!

Se la sfida è elevata, ma le vostre skills non lo sono (o voi non le percepite come tali) vi ritrovate catapultati in uno stato di ansia totale (come andare in guerra con il super-liquidator!)

Allora cosa succede?

Che le prime volte farete cacare, perchè non avete le skills.

Ma dovete ANDARE AVANTI, dovete nuotare nella melma, con la FEDE di un terrorista islamico, convinti che alla fine imparerete a fare quella cosa.

  1. ne ha parlato qui.

Allora Primo consiglio: scegliete il campo in cui volete giocare, e fate in modo di avere skills adeguate! Richiederà tempo e sacrificio, ma sono necessari per arrivare alle skills!

Il discorso si applica con logica adamantina al rimorchio delle pulzelle: se ritenete di non avere le skills necessarie, procuratevele! Io consiglio sempre di fare ad esempio teatro: le capacità sociali si acquisiscono mediante l’immergersi nella socialità, e quale miglior cosa del teatro? Migliorerete il vostro modo di esprimervi, vi dovrete far passare la timidezza (sempre che ce l’abbiate!), e, ovviamente, conoscerete un sacco di gente interessante e stravagante!La sicurezza in voi stessi grudualmente salirà, e di conseguenza la capacità di avere a che fare con l’altra metà del mondo!

L’intero discorso sul flusso si ricollega fortissimamente a quelli che in altri articoli si facevano sull’importanza delle passioni: se amate alla follia una cosa, che sia la musica, la boxe, o che altro, quando la praticate, sarete totalmente immersi in essa, sarete tutt’uno con essa!

E siccome avrete dimestichezza con la sensazione ci entrerete più spesso durante la giornata, invece di essere delle Amebe Zombie :D

Essere nel flusso significa eliminare due nemici insidiosissimi per il nostro quieto vivere:

1) la preoccupazione di cosa dire e fare

2) la non accettazione del momento presente

Queste due cose, insieme, non ti consentono di mettere in mostra la tua vera personalità, quella autentica; e non parliamo quindi del tuo ego, che ha una funzione protettiva, di armatura, ma del sè profondo!

Quando pensate a voi stessi, vi private della possibilità di agire spontaneamente! Fate un errore, e vi rammaricate per averlo fatto! Dite una stronzata, e vorreste avere la DeLorean per tornare indietro nel tempo! Vi impedite, in questo modo, di fluire, e di essere davvero nel presente!

Per essere nel presente dovete accettare tutto, e dico proprio tutto! Ma non è un arrendersi, AL CONTRARIO: è un accettare (cioè farsene una ragione) per poi SFRUTTARLA la circostanza.

A questo punto direte: come diavolo faccio ad accettare quello che succede, se la vita mi riserva cose spiacevoli, che non mi piacciono? Bene. Quello che devi fare, e non è una cosa di immediata comprensione, è accettare la non accettazione! Accetta il fatto che le cose ti diano fastidio, ma non ti aggrappare a questo sentimento, non coltivare i sentimenti negativi che sorgono e ti portano rapidamente in pensieri negativi che si autoriproducono. Così facendo, raddoppi la sofferenza, in quanto ti identifichi e ti crogioli nella sensazione spiacevole! E’ comprensibile, siamo abituati a fare così!

Immagina che il tuo animo sia come il cielo: esso di base è sereno, ma capita che sia attraversato dalle nuvole, dalle perturbazioni, passano branchi di uccelli ecc Tu non puoi evitare che questi transitino! Non è nella possibilità umane! Puoi però accettare questi passaggi obbligati, evitare di rammaricarti, e, soprattutto, evitare di inseguirli!  Così come arrivano, se ne vanno! Si tratta di aspettare!

Questo è definito come “il retto sforzo”: guarda lo spiacevole, restaci insieme, non fuggirlo! Stai con lui e, fidati, esso sparirà, come sparisce nel nulla, d’altronde, ogni sensazione negativa (vale anche per le positive ovviamente)!

Smettila di aver paura, di resistere, di chiuderti nel tuo guscio, e lasciati fluire! Datti il permesso di vivere, di dire stronzate (che tra l’altro, se sei IN SLANCIO, puoi spararle grosse quanto ti pare, ma non ti sembreranno sbagliate, e, di rimando, non lo sembreranno neanche a chi ti sta accanto!), di fare cazzate! Non fa nulla, non succede nulla di male!

Ecco quindi: essere nel flusso vuol dire vivere nel modo piu’ puro possibile, senza continue interposizioni del tuo ego giudicante, che ti ricorda ogni volta cosa non va, cosa è sbagliato, che dovresti essere diverso da come sei!

Fottitene, non starlo a sentire, fidati della tua naturale capacità di essere e di fare, e le cose andranno alla grande! Io dico: fottitene di te stesso!

  

Nad84


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