Seducere

Vi è già venuta di voglia di festeggiare eh? .. chissà perchè.

Dunque, benvenuti ad una nuova puntata della sezione più amata dagli italiani.

Bevi qualcosa.

La sezione che vi serve a non rimanere come dei fessi quando invitate una ragazza al bancone,

e non sapete che ordinare.

Come ben sapete un altro shottino amatissimo dal popolo italico è …

il rum e pera.

Di nuovo qui non si sta parlando di degustazione o di particolari cocktail esotici e ricercati.

Qui si sta parlando di puro divertimento.

E se si può aggiungere anche qualche chicca da sapere sull’alcolico di cui stiamo parlando è  sempre meglio, no? :D

Inoltre come sempre vi ricordo, qui non si invita nessuno a fare uso spropositato di alcolici.

Sapete bene come la pensiamo sugli alcolici, se esageri, dopo ti senti ancora più intrappolato nella tua testa di prima.

E noi seducerini, questo NON lo vogliamo.

A noi “Non ce ne frega una ceppa”.

Bene cominciamo..

ah aspè..

Prima un originale e coltissimo excursus su alcuni effetti che tale felice accoppiata di bevande, può provocare sull’esperienza umana.

Quanta poesia.

Quante pere..

Quanta cordialità.

Dicevo come non dedicare un post a due delle cose che più amiamo nella vita.

Il rum.

e le pere.

Potete smentire? non credo.

Il rum è l’acquavite della canna da zucchero.

Capito ? c’è la canna e c’è lo zucchero.

Non può non piacere :D

Come quasi ogni prodotto alcolico di base, le sue origini si perdono nella notte dei tempi.

Alcuni dicono che le prime bevande fermentate di zucchero di canna, nacquerò in India, e in Cina nell’antichità.

Si pensa che il termine rum derivi dal termine inglese Rumble una specie di parola composta da Rum (bizzarro, curioso) e boil (bollire, gorgogliare). Che poi è diventato un verbo per indicare il trambusto in genere.

Altri dicono che l’origine va fatta derivare dal nome con cui si riferivano i monaci medievali amichevolmente allo Zucchero, chiamato in latino Saccharum.

Per quanto riguarda il termine acquavite, se non sapete cos’è, cercatelo su google.

Non è che posso dirvi tutto.

Per le pere, beh se non sapete cosa sono, e seguite seducere da più di 6 mesi, andatevi a buttare nel primo cassonetto che trovate aperto. Non perdete l’occasione.

Molti il rum e pera lo chiamano chupito, sbagliando perchè in realtà chupito significa semplicemente shottino..

chiedetelo agli spagnoli, che hanno semplicemente… inventato la parola.

Come ben recita wikipedia:

Il chupito consiste in un bicchierino di superalcolico bevuto tutto d’un fiato, “di schioppo”, “a cannone”, “a vetro”, “a tuono”, “alla goccia”, “alla calata” o “one shot” che dir si voglia . Nella variante “Chupito rum e pera” è subito accompagnato da un altro bicchierino, delle stesse dimensioni, contenente succo di frutta (preferibilmente di albicocca o pera, in quanto più densi).

È opinione comune ma errata in Italia che per chupito s’intenda comunque “rum e pera”, quando invece il termine indica un “bicchierino” di superalcolico. La parola, spagnola, corrisponde in sostanza all’inglese shot o agl’italiani bombetta, cicchetto o sparino.

Lo scopo di bere il succo di frutta è quello di evitare il bruciore solitamente provocato dal superalcolico. Alcuni sostengono che la differente densità dei liquidi provochi la digestione prima del succo di frutta e solo in un secondo tempo di tutto l’alcol ingerito, provocando l’“effetto chupito” (una sorta di shock alcolico) al bevitore. In vero tale teoria è solo una leggenda metropolitana, nello stomaco i liquidi si mescolano e non esiste alcun effetto chupito.

Quindi al massimo Chupito può riferirsi a quegli shottini che in realtà sono fatti da due parti, solitamente una “secca” e l’altra dolce, cioè fra uno shot di super alcolico più un succo di frutta.

Infatti ne esistono altri molto interessanti, come ad esempio Vodka e Succo di Fragola.

Probabilmente il cosiddetto “effetto chupito” è dovuto al fatto che la dolcezza e la freschezza del succo ingerito dopo, rende l’ingestione di superalcolici molto più facile, sia come sensazione in gola sia in pancia. Quindi .. insomma… te ne fai subito un altro..

Inoltre in realtà il nostro amico, rum e pera, si chiama “waikiki”.

Si come il quartire Hawaiiano di Honolulu, che da il nome ad una delle spiagge più conosciute del mondo, appunto waikiki beach.

Non chiedetemi perchè, so solo che ogni barista esperto ve lo confermerà.

Ma come sempre su queste idiozie ci sono innumerevoli “scuole” di “pensiero”.

Passiamo alle cose (semi)serie..

Pensate un po’, so che non ve lo sareste mai aspettati ma il Rum e Pera

si prepara con

½ parte di rum

e

½ parte di succo di pera.

Ma oltre a queste informazioni importantissime ciò che mi preme segnalarvi è che

il Rum e Pera è un po’ una metafora della vita.

A volte brucia come il rum.

A volte è dolce come la pera.

Insomma della vita devi accettare il rum e devi accettare le pere.

E devi fluttuare fra i due opposti, godendo proprio di questa imprevedibilità di cui la vita cerca continuamente di farti capire l’importanza.

Visto che stiamo degenerando verso pensieri “profondi”, e ormai avete imparato l’ingegnosissima ricetta dello shottino in questione, passiamo prima di chiudere a qualcosa di più “importante”.

Sembra che qualche tempo fa un certo tale dal nome Gianvito, ragazzo italiano dell’87 abbia scritto su un blog abbastanza seguito un suo brano con lo stile di Bukowski proprio dedicato al Rum e Pera, senza firma, e con sotto una frase in quel caso davvero di Bukowski, tratta dal suo libro”Donne”, e dalla difficile smentita oltre che dalla grande fama altresì:

Quando sei felice bevi per festeggiare. Quando sei triste bevi per dimenticare. Quando non hai nulla per essere triste o essere felice, bevi per fare accadere qualcosa. (Charles Bukowski)

Prima di andare avanti ve lo faccio leggere perchè è davvero molto, ma molto bello, ed è in perfetto (o quasi) spirito seducere, seppur con una nuance un po’ più cinica ed incazzata:

Io sono un paranoico: penso che il mondo intero ce l’abbia con me. Ecco perchè mi state tutti sul cazzo. Dio si divertirà a complicarmi l’esistenza, arrecandomi fastidio come quando non trovo ciò che avevo in mano fino a pochi minuti prima, che poi magari ce l’avevo sotto il naso ma semplicemente non lo vedevo. Qualcosa andrà storto, anche più di “qualcosa”, anche più di “storto”. Non gradisco l’idea di attribuire le mie speranze alla fortuna perchè è lunatica, come se fosse perennemente indisposta, un ciclo mestruale cominciato nel 1987 che terminerà non prima della mia morte. Nonostante tutto, se mi prefiggo un obbiettivo do per scontato che io ci possa riuscire, e se non ci riesco, pazienza. Orgoglio e autostima non sono sempre sufficienti ad ammortizzare i miei fallimenti, i quali, a volte, sono così pesanti che mi spezzano la schiena. Fa niente: finora col tempo sono sempre guarito. Io ci provo. Mi guardo bene dal tenermi in gola le parole: ho passato gran parte della mia vita a non dire le cose volevo dire, e me ne sono pentito. La nostra natura ci impone di mandare messaggi subliminali, comunicare con i gesti, perchè abbiamo paura di esporci per come siamo. Anche a noi stessi. Quando tutto sarà finito sono sicuro che mi verrà concesso un minuto per ripensare a tutte le volte che volevo urlare cosa sentivo, ma sono stato zitto per paura di non essere capito, e rimpiangerò gli obbiettivi che ho abbandonato perchè il timore di fallire mi ha impedito di perseguirli. Questa vita è una puttana e probabilmente mi spezzerà il cuore, ma cazzo, sono innamorato. Va così, Rhum e Pera, perchè ci sono dei momenti forti che ti lasciano l’amaro in bocca, e altri talmente belli da farti dimenticare quel retrogusto sgradevole che ha la vita. Se davvero Dio mi odia, mi accorgerò di aver finito il succo di frutta soltanto dopo aver bevuto l’ultimo bicchiere di rhum, e resterà un cattivo sapore sul mio palato. _Ma sarò troppo ubriaco per rendermene conto. _

Gianvito Rubino.

A quel punto la sindrome del “copincolla-facile-per-far-vedere-che-sono-figo”, che colpisce con inarrivabile precisione i bimbiminkia,  ma anche altre categorie che non ti aspetti, non poteva che prendere il sopravvento, e questa volta l’ha fatto con indicibile veemenza, e ha provocato un simpaticissimo fenomeno.

La gente ha cominciato a copiare quel brano non preoccupandosi di capire se fosse di Bukowski o di tale Rubino, nonostante il ciclo mestruale a cui fa riferimento il Rubino fosse cominciato appunto nel 1987 e non nel 1920 anno di nascita del Bukowski.

Questo cosa ci fa capire? che Rubino dovrebbe essere famoso, e che se volete scrivere, o in genere avete talento in qualcosa, dateci dentro, spaccatevi il culo, e non limitatevi a dire …“eh ma non sarò mai come il mio idolo” .. perchè la gente potrebbe addirittura scambiarvi per lui.

-/L./-


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