Seducere

Salve miei cari.

Prima di partire con le cose pratiche, ci tengo ad affrontare ancora alcune premesse teoriche che possono sembrare scontate, ma che a mio avviso è necessario assimilare e fare proprie al 100%, prima di intraprendere il nostro percorso di crescita.

Oggi, come da titolo, intendo parlare di perfezione.

Cos’è precisamente la perfezione? Citando wikipedia, è uno “stato di completezza e ineccepebilità”.

E fin qui, niente di nuovo.

Quello che mi preme affrontare è come la perfezione si incastra su un percorso di miglioramento personale. Penso sia banale il motivo per cui siete qua: volete migliorare. Lo dice il nome stesso, miglioramento.

Ogni persona in questo mondo ha delle qualità e dei difetti. Questi ultimi in particolare, si contraddistinguono per portare, il più delle volte, a dei disagi con sé stessi o con le altre persone. Quindi viene naturale il voler lavorare su di sè per risolverli. Attenzione al termine che ho usato: risolvere.

L’ho scelto volutamente, perché i difetti non si migliorano: o si risolvono o niente. Non ci sono gradi di difetti, tipo: sono molto o poco permaloso, sono molto o poco pigro, ecc. O sei pigro o non lo sei. O sei irascibile o non lo sei. Nonostante in genere usiamo parlare dei difetti in termini di ‘poco’ o ‘molto’, in realtà cerchiamo di minimizzare il fatto che o abbiamo o non abbiamo quel particolare difetto.

Fattostà, che tutti noi cerchiamo di risolverli, eliminandoli o cercando di trasformarli in qualità.

Ma perchè tutto questo?

Avete mai fatto caso che tutti i giorni siamo constantemente circondati da modelli e stili di vita da seguire? Palestre e diete per avere un fisico scultoreo, aggeggi di lusso, il partner bellissimo, passando anche per le ideologie politiche e le religioni.

Perchè? Perchè l’uomo di base è un essere imperfetto. E con imperfetto intendo secondo la definizione data poco fa. L’uomo, fin dagli albori, prova quel senso di incompletezza, di mancanza, che riesce a colmare solo ponendosi un modello, ritenuto apparentemente perfetto, a cui aspirare. Una sorta di guida atta ad ‘indicare la via’.

Pensateci, non è forse così? L’esempio più lampante è appunto la religione, che si è sviluppata in questo senso, dopo che l’uomo ha iniziato a raggrupparsi in società. Avendo bisogno di regole e modelli perfetti a cui ispirarsi, non ha trovato altro che crearsi delle figure divine.

C’è un grosso però. Qui si sta parlando di una diversa concezione di perfezione, molto più materialista e ‘terra terra’. L’essere perfettamente belli, l’essere perfettamente ricchi, l’essere perfettamente sani, l’essere perfetti. ESSERE.

Preparatevi… Questo tipo di perfezione è sostanzialmente irraggiungibile. NON ESISTE.

L’errore tipico degli uomini è pensare che si possa diventare degli Déi.

SBAGLIATO! Siamo tutti umani, quindi esseri imperfetti, mortali, soggetti alla decomposizione. Abbiamo dei limiti, nonostante tutto. Tutti commettiamo errori di percorso, o in gergo tecnico…SHIT HAPPENS.

Questo tipo di perfezione è solo un concetto astratto, utopico, irrealistico.

E’ più che giusto prenderselo come modello a cui aspirare, ma avendo bene in mente che non riusciremo a raggiungerlo. Vediamolo più come una musa, come fonte d’ispirazione che ci motiva ogni giorno a perseguire col nostro cammino.

Come dicevo, l’importante non è la meta, ma la strada percorsa durante il viaggio. Differente discorso per la perfezione che vi ho introdotto all’inizio. Uno stato di completezza e ineccepebilità è ovvio che sia raggiungibile. Ma non è necessario che per raggiungerlo si debba raggiungere la perfezione concreta di cui abbiamo appena parlato.

A volte basta poco per raggiungere questo ‘nirvana’: trovare la donna della nostra vita, una serata coi nostri amici, offrire il nostro servizio a chi ne ha bisogno, realizzare i nostri sogni e il nostro essere, entrare nel naturale flusso della vita e delle cose (ovvero lo Slancio, che chi segue Disciplinae da un po’, in particolare Seducere, sa bene di cosa sto parlo).

Questa è una dimensione puramente soggettiva. Una sensazione. SENTIRE.

Personalmente, mi piace pensare che questo stato di completezza possa essere raggiunto semplicemente pensando al cammino che stiamo perseguendo. Sicuramente non raggiungeremo la perfezione concreta, quella che ci siamo prefissati secondo i nostri dettami o quelli della società, ma sicuramente stiamo migliorando noi stessi. E’ come quando sei in montagna e stai cercando di raggiungere la cima: magari non ci riesci, però durante il cammino ti sei fermato a vedere il panorama…e ti senti soddisfatto lo stesso. E’ qua che sta il segreto, seppur se sottile e magari di difficile comprensione.

Accettiamoci così come siamo, nella nostra imperfezione. Impariamo a convivere con essa. Ci toglieremo tante di quelle patunie dalle spalle…oltre al fatto che quei famosi difetti smetteranno di essere tali, perché non ci creeranno più disagio.

Usciamo dall’ottica di voler essere perfetti.

Iniziamo a voler SENTIRCI PERFETTI.

Vostro, Freeman


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