Seducere

[**Nota: un altro contributo femminile, per altro molto ben costruito, su un argomento che abbiamo affrontato spesso, ma che non fa mai male rinfrescare. L’innaturalità e la dannosità della timidezza intesa come privazione sistematica e autoindotta della propria libertà d’espressione per paura di non essere accetati dal gruppo dei pari. O semplicemente per rendersi la vita un cesso e potersene piacevolmente lamentare. Magari sentirlo dire in altri termini, DA UNA DONNA, potrà aiutare chi ancora non riesce a sbloccarsi a fare quel passo, e chi invece l’ha già fatto a rinforzarlo e riaffermarlo. Buona lettura seducers!]

Chino,

su un lungo e familiar bicchier di vino partito per un viaggio amico e arzillo già brillo. Certo, perché io non gioco mai a viso aperto, tremendo il mio rapporto con il sesso, che fesso. Piango, paludi di parole fatte fango.. mi muovo come anguilla nella sabbia, che rabbia. Rido, facendo del mio riso vile nido cercandomi parole dentro al cuore d’amore.

Che poesia!E in effetti lo è. Qualcuno di voi l’avrà riconosciuta: si tratta di una canzone di Max Gazzè, il timido ubriaco per l’appunto.

E’ una poesia che suo fratello aveva scritto e che il caro Max ha riadattato a musica. Parla di una sposa, ma racchiude un po’ tutto il senso della vita, del tempo che passa, delle occasioni che ci si lascia alle spalle, della crescita, della maturità.

Oltre che sul titolo che riassume in particolare soprattutto questi ultimi versi, vorrei soffermarmi in particolare su quel “rido, facendo del mio riso vile nido, cercandomi parole dentro al cuore d’amore”. Eccolo. E’ un timido, seppur ubriaco, esemplare! Si rifugia nel suo sorriso, ma è un sorriso che solo lui sceglie di vedere, non vuole mostrarlo, ed è tra l’altro anche arrabbiato per questo, perché si muove “come anguilla nella sabbia” ed aggiunge quel “che rabbia” incredibilmente espressivo.

Ecco dunque il mio argomento di oggi: I TIMIDI. T-d-d (musichina da film horror).

Sono peggio di quegli altri, quella categoria di maschi apertissimi e super disposti a qualunque tipo di apertura mentale. I timidi sono TERRIBILI! Sono imprevedibili, e soprattutto ci fanno penare un sacco perché non riusciamo mai a capire se la loro è timidezza o disinteresse. Sono patologicamente “singolari”.

Ma la timidezza non è sempre da considerare una patologia; talvolta, se ben affrontata, può dar luogo ad una consapevole e fruttuosa introversione della personalità, che in tal modo diviene intensa e riflessiva. Generalmente una persona timida evita il contatto con gli occhi della persona con cui sta parlando, mantiene una certa compostezza e rigidità, cerca di controllare le proprie reazioni emotive, evita di parlare per evitare di sentirsi al centro della situazione e per evitare un possibile giudizio da parte degli altri.

Quindi si, sembrano imperturbabili fuori, ma sono dei cuccioli dentro!

Se gli piaci, si fanno un sacco di film, hanno paura di fare figuracce, ed evitano quanto possibile il contatto fisico con l’altro sesso. Ovviamente io mi riferisco ai ragazzi perché c’ho la deformazione professionale sulla mente delle donne (xD) ma naturalmente il discorso vale anche per le mie care compagne d’amor!

Viaggiano con la mente, “la” vedono muoversi con loro in un interessantissimo rapporto a due, ma quando è proprio là, davanti ai loro occhi, nel momento in cui possono dire qualsiasi cosa per poterla conquistare..ecco..muoiono. Elettrocardiogramma piatto. Tutto diventa pietra. “Cercandomi parole dentro al cuore”, parole d’amore..le cercano, le parole, ma non le trovano..

La verità è, però, che in attrazione perdono tutto! Non attraggono perché spesso non sanno come approcciare, sono insicuri, il che però può invece attrarre un altro tipo di donna, quella affascinata dal mistero. Se il fascino è già suo, la timidezza può invece giocare solo a suo favore. Gli dà modo di mostrarsi come un ragazzo semplice, che non ha vanto da mostrare perché comunque sarebbe troppo timido per mostrarlo!

C’è un esempio di palese timidezza femminile nella mitologia, e spero che aiuti a capire quanto la timidezza sia in un certo senso dannosa per se stessi.

Secondo il mito, tra i tanti amori di quel vecchio volpone di Zeus, c’è da aggiungere quello per Leto, che i romani chiamarono Latona.Ella apparteneva all’antica e nobile stirpe dei Titani; suo padre era Ceo e sua madre Febe. Quando Era, la moglie di Zeus, scopre che Leto è incinta, la bandisce da tutti i luoghi della terra per impedirle di mettere al mondo i figli. La gelosa Era prese a perseguitare Leto, che era una divinità mite, timida e incapace di difendersi da sola. Era le aizzò contro il serpente Pitone e si fece promettere dalla Terra che non avrebbe dato mai all’infelice donna un sicuro rifugio. Così Leto iniziò a girare mari e monti, percorrendo tanti paesi, ma non c’era pezzetto di terra su cui poter riposare. Zeus ne ebbe pietà e le venne in soccorso. Zeus pensò all’isola di Asteria, una delle Cicladi, un’isola che come una nave, fluttuava per i mari senza avere una dimora fissa. 

  Un tempo Asteria era una dea, anch’essa figlia di Ceo e Febe, quindi sorella di Leto, ma per aver rifiutato l’amore di Zeus fu tramutata in quaglia che una volta precipitata in mare divenne un’isola, difatti si chiama anche Ortigia, che significa “isola della quaglia”. In quest’isola Zeus mandò Leto, e Asteria non poté rifiutarsi di proteggere la sorella. Qui Leto diede alla luce due gemelli: Apollo e Artemide. Da quel momento Zeus o, secondo altri, Poseidone fisso l’isola sul fondo del mare e l’isola non si mosse più; e in onore della nascita del dio del Sole, Apollo, l’isola venne chiamata Delo, che in greco significa “la chiara, la luminosa”.   Questa poveraccia di Leto non riusciva proprio a cavarsela da sola, ad “impicciarsi” con Era, perché era una cucciola, e aveva bisogno necessariamente di una mano. Leto era timida e la timidezza l’ha costretta all’esilio.

Questa metafora mitologica vorrebbe insegnare che la timidezza è dolce, è carina, ma in piccole dosi. Dovete sempre essere sicuri di voi, ragazzi miei, perché al primo muro che vi crolla accanto dovete potervi rialzare da soli, senza che arrivi lo Zeus di turno a provare pietà, a venirvi in soccorso.

Voglio riferirmi in particolare ai miei amici maschietti più timidi: NON ABBIATE PAURA NEL FARE LA PRIMA MOSSA. E’ vero, noi donne siamo strane, noi donne italiane ancora di più!xD Ce la tiriamo un sacco, manco come se ce L’avessimo solo noi, eppure spesso La diamo come se non fosse nostra! Ma voi continuate, vi prego, non smettete di essere maschi come siete, perché oltre a farci un sacco ridere (xD) siete anche incredibilmente affascinanti quando siete voi ad agire. Quindi Abbondanza, e Non vi impanicate perché noi tanto lo saremo sempre più di voi!!! Lasciateci ALMENO questo primato!

Spero di avervi fatto sorridere e riflettere..è sempre quello lo scopo della vostra CARISSIMATýke

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